Studio: il ritorno dell’apprendistato

//Studio: il ritorno dell’apprendistato

Studio: il ritorno dell’apprendistato

Che il dramma della disoccupazione sia un fenomeno che interessa gran parte dell’Italia crediamo non sia un mistero per nessuno. La nostra provincia è tra quelle dove la percentuale di chi è in cerca di un lavoro è largamente superiore alla media nazionale. Eppure qualcosa di muove.

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Rieti ha posto l’attenzione su un particolare contratto che sta incontrando il favore delle imprese: l’apprendistato. Questa riscoperta avviene dopo tanti anni passati nel dimenticatoio, dove altre tipologie contrattuali, ritenute più semplici da attivare, meno costose e burocraticamente meno impegnative, avevano relegato l’apprendistato a un ruolo marginale. Già nel 2017 in Ministero del Lavoro segnalava una crescita dell’attivazione di contratti di apprendistato del 33% nel primo trimestre.

Confartigianato ha da sempre ritenuto l’apprendistato un bene prezioso per le imprese, soprattutto quelle artigiane. In Italia, in particolare l’apprendistato professionalizzante, è stato il contratto che ha aperto le porte del mondo del lavoro a milioni di giovani. A partire da tanti attuali imprenditori, che hanno vissuto in prima persona l’esperienza lavorativa di cui si stiamo occupando. Nel 2010 Confartigianato Imprese Rieti si occupò di questo strumento. Vennero intervistati quasi 400 artigiani, oltre la metà di loro si era avvicinato al lavoro passano per un contratto di apprendistato. Per l’artigianato riveste infatti un’importanza basilare, possiamo tranquillamente affermare che l’apprendistato è nato nelle botteghe artigiane. Oggi si ricorre a questa importante tipologia di contratto anche in altri comparti come l’industria, il commercio e il terziario in genere, snaturandone un po’ la natura educativa e professionale.

I vantaggi. Il contratto di apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato, rivolto essenzialmente ai giovani in età compresa tra i 18 e i 29 anni. Il lavoratore viene affiancato da un tutor e coniuga esperienza lavorativa e formazione, da svolgersi sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Agli apprendisti sono riconosciute tutte le tutele (salariali, previdenziali, maternità, malattia ecc) di cui godono i lavoratori dipendenti tradizionali. La retribuzione è stabilita dalla contrattazione collettiva, in base alla tipologia di contratto, alla qualifica da conseguire, al livello di inquadramento. In genere il salario di ingresso è pari al 65,7% della retribuzione dei lavoratori qualificati di pari livello, fino ad arrivare alla medesima retribuzione. Il periodo di apprendistato ha una durata compresa tra i sei mesi e i 3 anni, ma, in deroga, si può arrivare a 5 anni per profili particolari nell’ambito dell’artigianato. Infine, dal punto di vista contributivo (Inps e Inail) è previsto uno sgravio totale della quota a carico del datore di lavoro, pur mantenendo tutte le tutele assicurative del caso a beneficio del lavoratore.

Il sapere artigiano. “Il valore vero del contratto di apprendistato, tuttavia, non sta nella convenienza economica, che resta pur sempre innegabile – afferma Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato Imprese Rieti – ma nella sua dimensione formativa. Assumere un apprendista e metterlo nella catena di montaggio è penoso, riduce l’aspetto qualitativo dell’apprendistato. Usciamo dagli infingimenti – continua Maurizio Aluffi – l’apprendistato fatto in un’azienda con pochissimi dipendenti, che fa una lavorazione specifica, dove il collega più anziano si mette al fianco del giovane per insegnargli come si fa quel tipo di lavorazione, è un’altra cosa. Occorre incentivare le assunzioni di giovani lavoratori occupati nel comparto artigiano”.

Clara Odorici, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, evidenzia l’importanza dell’aspetto formativo in questa tipologia di rapporto di lavoro. “Ogni anno formiamo, tramite il nostro ente accreditato, centinaia di ragazzi che svolgono qui una parte della formazione prevista dal contratto. Ci sono parrucchieri, meccanici, idraulici, baristi, commessi, ecc. La parte di formazione professionalizzante avviene nella maggioranza dei casi in azienda, mentre l’ente di formazione affronta moduli trasversali, come la sicurezza nei luoghi di lavoro, la disciplina del rapporto di lavoro, le competenze di natura comunicativa e l’organizzazione aziendale. Quando parliamo ai ragazzi – continua Clara Odorici – dei loro diritti e doveri come lavoratori e degli obblighi che ha il datore di lavoro, scopriamo che sanno davvero molto poco. Hanno in media 22-23 anni, spesso non hanno un titolo di studio superiore e, specialmente in questi casi,  l’elemento di formazione della persona diventa indubbiamente centrale”.

“Artigianato e apprendistato fanno rima da sempre – ribadisce il Direttore Maurizio Aluffi – con un artigiano puoi parlare di fisco, ambiente, sostenibilità, ma se gli parli di apprendistato si sicuro gli si accendono gli occhi. Nel bene e nel male, sa esattamente di cosa stiamo parlando, per l’artigianato italiano è una questione identitaria. Un terzo dei contratti di apprendistato professionalizzante si fa nell’artigianato. Il nostro export, il made in Italy, non è fatto di prodotti in serie, ma di prodotti fatti a mano, per cui è necessario che qualcuno tramandi una professionalità da una generazione all’altra. Questo è il valore dell’apprendistato. Un oggetto – conclude Maurizio Aluffi – se non è fatto in serie, avrà sempre bisogno di una persona che lo realizzi, non di un robot, per questo l’apprendistato non può sparire, nemmeno in epoca di impresa 4.0”.

Contratti di apprendistato: i numeri della nostra provincia

Premesso che la provincia di Rieti si riconferma come una delle realtà più importanti in Italia per percentuali di assunti con contratto di apprendistato, analizziamo i dati da gennaio ad agosto 2018.

Occorre specificare che esistono tre tipi di apprendistato: quello per conseguire la qualifica e il diploma professionale, quello di alta formazione e ricerca per il conseguimento di titoli universitari oppure per svolgere il praticantato richiesto dagli ordini professionali e, infine, l’apprendistato professionalizzante, finalizzato ad apprendere un mestiere. In questo studio ci occupiamo di quest’ultima tipologia, che è anche quella largamente più diffusa.

Gli assunti fino ad agosto risultano essere 681, circa il 99% rispetto alle altra due tipologie. Un terzo degli apprendisti lavora nel settore artigiano.

Gli uomini sono quasi il doppio delle donne, 443 unità contro 238, che in percentuale rappresentano, rispettivamente il 65 e il 35% sul totale. Un dato che si diversifica nettamente da quello nazionale, dove maschi e femmine sono quasi equamente distribuiti (56% maschi, 44% femmine).

Il contratto di apprendistato è concentrato prevalentemente nella fascia di età 18-24 anni (52% dei contratti).

Nel comune di Rieti si registra il più alto numero di assunzioni: 161, che rappresenta il 23,6% del totale. Segue Fara in sabina (26) e Poggio Mirteto (22). Un dato interessante riguarda gli assunti da imprese aventi sede a Roma ma unità operative nella provincia, ben 106, che corrisponde al 15,5% del totale. Ci sono poi 87 assunzioni effettuate da imprese che hanno sede legale in altre province.

Rispetto al 2017, che aveva contato ben 939 giovani assunti dal 1° gennaio al 31 dicembre, confrontando con i dati parziali del 2018, possiamo presagire una situazione di stabilità per l’anno in corso.

Purtroppo si registra anche una triste realtà, quella dell’interruzione dei rapporti di lavoro prima della scadenza del periodo contrattuale. Nel 2017 sono state ben 269 i recessi, tra licenziamenti e dimissioni, pari ad un allarmante 28,65%. Nel 2018 la situazione pare migliorata. A fronte di 681 assunzioni, riscontriamo 114 interruzioni, pari al 16,75%.

“Ci tengo a sottolineare – conclude Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato Imprese Rieti  e che ha coordinato questa ricerca – la collaborazione che abbiamo ricevuto dall’Amministrazione Provinciale, primo fra tutti del Presidente Giuseppe Rinaldi e dal Centro per l’Impiego, in particolare dalla dott.ssa Anna Maria Marchetti, con cui abbiamo condiviso importanti iniziative in materia di politiche del lavoro”.

2018-11-26T18:29:42+02:0026 Novembre 2018|

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online e per attivare tutte le funzionalità del sito. Cliccando su "Accetto" aderisci alla la nostra politica sui cookie.

Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookie. Abilita o disabilita i cookie del sito dal pannello sottostante. Alcuni cookie non possono essere disabilitati perchè necessari al funzionamento del sito stesso.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

Per il corretto funzionamento del sito è necessario salvare questi cookie sul browser.
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec
  • SERVERID87219
  • fusionredux_current_tab
  • redux_current_tab

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi