Ristorazione, adempimenti per la gestione degli accessi con green pass

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Ristorazione, adempimenti per la gestione degli accessi con green pass

Dal 6 agosto scatta l’obbligo di esibire il ‘green pass’ per accedere alle attività di ristorazione nei casi di consumazione al tavolo, al chiuso. La disposizione riguarda i titolari e gli esercenti di bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, piadinerie, ecc. che sono tenuti a controllare il possesso delle certificazioni verdi da parte dei clienti.

Confartigianato Alimentazione indica gli adempimenti che gli imprenditori devono rispettare. Innanzitutto, a tutela della privacy, devono designare gli addetti alla verifica dei green pass, predisporre le istruzioni sulle operazioni di verifica e consegnarli agli incaricati e fornire loro indicazioni su come gestire eventuali controversie con i clienti.

I soggetti che controllano i certificati verdi devono essere formalmente incaricati dall’imprenditore con una specifica delega nominativa nella quale va indicato in maniera precisa l’oggetto: attività di verifica delle certificazioni verdi Covid 19 emesse dalla Piattaforma nazionale-Dgc. Inoltre la delega deve contenere le istruzioni sull’attività di verifica. Quindi, va descritto che essa consiste solo ed esclusivamente nel controllo dell’autenticità, validità e integrità della certificazione, e nel conoscere le generalità dell’intestatario, senza rendere, assumere o conservare alcuna informazione.

Clicca QUI per scaricare il facsimile del modello di delega nominativa

Il Dpcm che istituisce l’obbligo di green pass prevede che il verificatore può accertare l’identità del portatore del green pass ed è autorizzato a chiedere il documento di identità che il cliente è obbligato a esibire. Su questo aspetto Confartigianato è intervenuta in Parlamento promuovendo un emendamento che punta a escludere responsabilità e conseguenti sanzioni amministrative a carico dei titolari e dei gestori delle attività per le quali è previsto l’obbligo di richiedere il green pass. Confartigianato sostiene, infatti, che le eventuali responsabilità relative ai controlli sull’identità dei soggetti che esibiscono il green pass non possono gravare sugli esercenti ma devono essere in capo alle autorità pubbliche di controllo.

Se il cliente non esibisce il green pass o, a richiesta, il documento d’identità, il verificatore gli nega l’accesso ai locali. In caso di controversie e di contestazioni, il verificatore può chiedere l’intervento delle forze di polizia.

Confartigianato ha anche promosso un emendamento per escludere sagre, fiere, eventi e manifestazioni locali dall’obbligo di green pass nel caso in cui questi eventi si svolgano in spazi aperti.

Come si controlla il green pass? Ecco quello che c’è da sapere.

  1. Il ristoratore deve posizionarsi in corrispondenza dell’ingresso del proprio locale, munito di tablet o smartphone. Sul dispositivo deve essere stata scaricata l’app VerificaC19 (qui l’app per Android, qui l’app per dispositivi Apple). L’applicazione di verifica nazionale consente di controllare l’autenticità e la validità delle certificazioni verdi. Non occorre avere una sim e nemmeno essere collegati ad una rete wi-fi. Il sistema funziona senza una connessione internet e senza memorizzare informazioni personali.
  2. Il cliente è obbligato a mostrare dal proprio smartphone il QR code corrispondente al proprio green pass. In alternativa è possibile esibire la stampa dello stesso.
  3. Il ristoratore, tramite l’app VerificaC19, cliccando su “Avvia scansione” deve inquadrare il QR code del cliente. Il responso è immediato. Se il codice risulta corretto, appare il messaggio “Certificazione valida” con una spunta verde. Al di sotto, sono riportati nome, cognome e data di nascita collegata a quel green pass.
  4. Per completare la verifica è necessario confrontare i dati anagrafici riportati appena sotto con quelli di un documento d’identità valido dotato di fotografia (non vale, per esempio, la tessera sanitaria in quanto potrebbe essere stato effettuato uno scambio). Il cliente è quindi tenuto a mostrare al ristoratore la carta d’identità (o un passaporto o la patente) per verificare che i dati combacino.
  5. Al termine della verifica, il cliente può accomodarsi al tavolo all’interno del locale.

Cosa può fare chi non ha il green pass? Chi non possiede il green pass significa che non è ancora stato vaccinato, non è guarito dal Covid-19 negli ultimi 6 mesi oppure è sprovvisto di un tampone con esito negativo effettuato nelle precedenti 48 ore. In questi casi il cliente può entrare per consumare al banco, usufruire dei servizi e pagare alla cassa. Non gli sarà dunque consentito di consumare al tavolo, salvo questo non si trovi all’aperto.

2021-08-25T09:30:01+02:006 Agosto 2021|

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