DL Sostegni: per le imprese l’ennesima presa in giro

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DL Sostegni: per le imprese l’ennesima presa in giro

Il tanto sospirato Decreto Sostegni ha visto la luce e il fatto che non sia stato chiamato “ristori” ma “sostegni”, la dice lunga. Sono state infatti eliminate le iniquità stabilite con i precedenti decreti che abbinavano i ristori ai codici ATECO e sono state anche incluse le attività stagionali che, di fatto, erano state tagliate fuori dai contributi del DL 34/2020 (“Decreto Rilancio”) che basava i calcoli sul differenziale di fatturato del solo mese di aprile 2020 rispetto a quello del 2019. Tuttavia le intensità di aiuto non hanno soddisfatto le attese, soprattutto per quelle attività maggiormente colpite dall’epidemia in corso.

E così, la stragrande maggioranza degli imprenditori e dei professionisti è stata mortificata, per l’ennesima volta, nelle più che legittime aspettative; la quantità di risorse loro destinate, in particolare per i settori più colpiti, quali la filiera del turismo, della ristorazione, il settore benessere, l’autotrasporto ecc., si è rilevata assolutamente insufficiente.

Molti soggetti economici rimangono fuori dall’aiuto per il solo fatto che non raggiungono la percentuale d’ingresso (-30%) utile per inoltrare la richiesta, pur se hanno patito perdite notevoli, e anche maggiori, a volte, dei soggetti che potranno accedervi grazie al requisito rigido del calo-fatturato.

Per non parlare poi del sofismo del 60% che poi è un 5%! Le modalità di calcolo indicate nel decreto appaiono a prima vista complicate e con roboanti percentuali che variano dal 60% al 20%. Divertendosi a fare due conti si scopre che il contributo spettante alle imprese che hanno subito nel 2020 un decremento dei ricavi superiore al 30%, è semplicemente pari al 5% della perdita di fatturato 2020 rispetto al 2019! Eh sì, perché la matematica non è purtroppo un’opinione e la proprietà invariantiva della divisione, che abbiamo studiato tutti in terza elementare, non è cambiata nel corso della pandemia.

Un provvedimento, quindi, assolutamente insufficiente a soddisfare le sacrosante richieste del mondo imprenditoriale, ma la cosa che fa più rabbia è che le modalità per accedere al sostegno sono assolutamente inique.

“Questo modo di legiferare – spiega Cinzia Francia, Presidente di Confartigianato Servizi Rieti – sa tanto di giustizia sommaria. Le risorse stanziate nel Decreto Sostegni, anche a fronte delle nuove misure restrittive anti Covid, non sono assolutamente sufficienti a indennizzare in maniera adeguata le imprese per le ingenti perdite subite a causa della crisi. Confidiamo che almeno con il prossimo scostamento di bilancio annunciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi si possano soddisfare le aspettative delle imprese”.

Confartigianato Imprese Rieti fa notare che un elemento da non sottovalutare è la riduzione del merito creditizio dell’impresa, legato alla riduzione dei flussi finanziari conseguente al calo di fatturato. Questa riduzione si può tradurre in un peggioramento nella capacità di rimborsare fidi, prestiti bancari e simili. Il contributo che eventualmente spettasse, una volta ottenuto, non basterà a invertire l’andamento dei flussi finanziari e quindi a migliorare il merito creditizio. Dobbiamo purtroppo prendere atto che si preferisce finanziare ulteriormente il reddito di cittadinanza piuttosto che aiutare chi produce e crea lavoro.

Per non parlare dello pseudo-condono fiscale per lo stralcio delle cartelle fino a 5.000€ per gli anni 2000/2010 (già inesigibili e in prescrizione) fatto passare politicamente come un sostegno ai cittadini, quando in realtà è una presa in giro.

“I ruoli oggetto di stralcio – fa notare Cinzia Francia – non sono altro che i residui di crediti appartenenti ad annualità già assoggettate ad altre misure agevolative, stralci e rateizzazioni evidentemente appartenenti a contribuenti irreperibili, forse ormai defunti, in pensione, falliti o forse a imprenditori che hanno dovuto chiudere la propria attività, come pure ruoli che resistono a contenziosi favorevoli al contribuente”.

“Sarebbe stato più onesto dire che sono semplicemente uno stralcio di crediti inesigibili – conclude la Presidente di Confartigianato Servizi Rieti – che, peraltro, generano solo costi di gestione senza nessun beneficio per lo Stato.”

Confartigianato Imprese Rieti ribadisce che un vero condono sarebbe stato uno stralcio di ruoli ancora nei termini per la riscossione forzata, che avrebbe sicuramente aiutato cittadini e imprenditori italiani, oggi in serie difficoltà.

Nulla pertanto è cambiato in termini di illusione mediatica e confusione che si innescano negli atti di governo e in modo strategico e sistematico creano tensione e destabilizzano cittadini e contribuenti.

 In sintesi

Il Decreto Sostegni consente di ottenere un indennizzo alle imprese e lavoratori autonomi che possono dimostrare un calo di almeno il 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019.

Se sussiste il calo di fatturato, il contributo è calcolato come differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato dell’anno 2019.

A livello operativo, è previsto che i soggetti interessati debbano presentare un’istanza entro 60 giorni da quando sarà resa disponibile l’apposita piattaforma da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Come avvenuto lo scorso anno per le varie forme di contributi, inclusi quelli erogati a livello regionale, Confartigianato Imprese Rieti procederà in automatico a rilevare la spettanza del contributo e provvederà a contattare l’impresa a cui gestisce il servizio fiscale per la sottoscrizione della domanda.

Ricavi/compensi 2019 % da applicare sulla differenza di ammontare medio mensile fatturato 2020 e 2019
Non superiore a 100 mila euro 60%
Tra 100.000 e 400.000 euro 50%
Tra 400.000 e 1 milione di euro 40%
Tra 1 milione e 5 milioni di euro 30%
Tra 5 e 10 milioni di euro 20%

 

Esempio funzionamento 1

Fatturato anno 2019 100.000 €
Fatturato anno 2020 70.000 €
Media mensile calo del fatturato (30.000:12) 2.500 €
Contributo a fondo perduto (pari al 60% del calo mensile previsto per la fascia di fatturato fino a 100.000 €)  

1.500 €

 

Esempio funzionamento 2

Fatturato anno 2019 50.000 €
Fatturato anno 2020 35.000 €
Media mensile calo del fatturato (15.000:12) 1.250 €
Contributo a fondo perduto (pari al 60% del calo mensile previsto per la fascia di fatturato fino a 100.000 €)  

750 € → 1.000 € *

*Il contributo minimo è di 1.000 €, pertanto l’importo di 750 € viene elevato al contributo minimo

Per le società il contributo minimo è elevato a 2.000 €

2021-03-23T10:12:29+02:0023 Marzo 2021|

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